Un giorno Dio no ne poté più di come stavano andando le cose sulla terra. Era una spina nel fianco… e, per un Dio che si rispetti, avere una spina nel fianco non è appropriato.
Quella Santa di Maria si dava un bel da fare per consolarlo e distrarlo: “Hai visto su Orione che belle escandescenze di luce?” oppure: “nella galassia 3147, non potrebbe andare meglio di così! In verità, in verità ti dico, che la 3147 fa davvero onore alla Tua grandezza!”
Poi interveniva qualche Santo mattacchione a tentare di distrarlo con qualche barzelletta sulle suore (che erano le sue preferite; le barzellette ovviamente, non le suore!)
Quanto al suo figlio unigenito, meglio non farlo proprio incontrare con Lui. Dopo quella terribile esperienza sulla terra, non ne voleva sapere più nulla di quel miserevole pianeta abitato, a suo parere, da una massa di idioti assassini. L’ultima volta che si erano incontrati, padre e figlio , presso quella nuvola dove si offre il caffè Lavazza, tra una nube bianca e un’altra, pare che il figlio unigenito abbia seccamente intimato al Padre che neanche lontanamente sarebbe disponibile a ritornare laggiù. Punto e basta!
Sicché Dio continuava con questa strana ossessione verso quel piccolo insignificante pianeta appartenente a una delle miliardi di galassie da Lui create e amministrate. Ormai tutti i santi si erano abituati a sentirlo bofonchiare:
“Trump!! Stupido pallone gonfiato! Ma chi si crede di essere!?”
Oppure :“ Non Bastava Orban e quel fighetto nazista austriaco; adesso c’è pure Salvini in Italia, a pochi metri da piazza S. Pietro !”
O ancora: “ Se continua così scateno un altro diluvio universale !”
S. Tommaso d’Aquino era l’unico che riusciva a farsi ascoltare. Il grande teologo infatti aveva sempre un’argomentazione acuta per farLo riflettere. Gli ricordava che Lui era il Primo Motore Immobile da cui scaturisce tutto il creato, e se continuava ad agitarsi tanto per una trascurabile specie umana su di un pianetino sperduto, avrebbe contraddetto la sua grandiosa e benevola Immobilità; e poi Gli ricordava la Sua divina provvidenza che avrebbe prima o poi prevalso per migliorare le cose.
Ma niente da fare, ogni giorno Dio si affacciava dal grandioso terrazzo del paradiso da cui poteva osservare tutto l’universo e, dialogando con S. Pietro che gli era molto vicino, in questi momenti di crisi, poteva esprimersi liberamente. “Guarda, guarda lì, indicando la Terra, adesso anche i cretini governano ! E quanta cattiveria, egoismo e crudeltà ! E dire che gli ho mandato il mio caro Figliuolo perché imparassero qualcosa di buono. E il risultato qual è ? … Toninelli! Ho forse sbagliato qualcosa?
“ Ma no !! rispondeva S. Pietro, non pronunci eresie ! Proprio Lei che è Saggezza e Amore non può dire così “
“ Ma dimmi ,Pietro, non era meglio nel medio Evo. Allora si che c’era timor di Dio, non come adesso con tutti questi stupidi scienziati e filosofi che credono di poter fare a meno di me.”
“Mio signore stia tranquillo e ricordi che c’è l’inferno ad aspettare questi ribaldi!”
Poco informato della situazione carceraria ultramondana, S Pietro dimenticava il grave problema di sovraffollamento infernale: già alcuni gironi erano completamente pieni e non potevano ospitare più nessuno. I corrotti, i traditori, i sodomiti e gli atei, da anni aspettano i lavori di ampliamento strutturale dell’inferno volti ad allargare i Gironi. E a nulla valsero le casette (sullo stile di quelle per i terremotati) dove i suddetti erano alloggiati provvisoriamente. Le proteste, gli schiamazzi di quei dannati in attesa di una residenza stabile e duratura, anzi eterna, si facevano sentire fino al paradiso turbando la quiete dei Beati i quali, inoltre, avevano anch’essi le loro rimostranze. Essi infatti, santamente e con garbo, reclamavano il fatto di non poter contemplare Lui dalla mattina alla sera, a causa dell’irrequietudine del Sommo Bene che spesso abbandonava la postazione da dove tutti potevano godere della sua Presenza. Il Signore infatti spesso per ovviare alla sua latitanza inviava qualche Arcangelo al posto suo. Ma i Beati , per quanto belli fossero quegli Arcangeli, soprattutto Michele, non godevano come quando contemplavano Lui. Essi, sempre garbatamente, osservavano che tanti sacrifici in vita per ottenere il Paradiso dopo morti, non erano compensati dalla presenza di un arcangelo qualsiasi e che la promessa fatta loro dai ministri di Dio, confermata dal sommo Poeta, era quella di una contemplazione eterna e ininterrotta di Lui. E una volta ci fu anche un santo corteo di gentile e sottomessa protesta dei Beati che intonavano salmodiando: “Vogliamo il tempo pieno!”
C’era poi il comitato dei Santi Martiri, corporazione molto potente a causa dell’enorme quantità dei Santi ammazzati nelle maniere più crudeli e talvolta strambe. Essi lamentavano l’ingiustizia che, a loro parere, il Signore perpetrava quando si interessava dei recenti fatti sulla terra. Si seppe ad esempio di S. Lorenzo che pareva dicesse: “ Si inalbera contro quell’insignificante Macron mentre neanche un turbamento quando mi arrostivano sul barbecue . Questa sarebbe la Giustizia Divina?”
“ E Nerone? Lo hai mai sentito protestare contro Nerone?” blateravano le centinaia di martiri divorati dai leoni nel Colosseo.
Fu Sant’ Ambrogio a placare le anime sante ricordando loro che queste intolleranze dell’Onnipotente erano accadute anche in passato, come quando quell’orribile personaggio di Nietzsche annunciò la Sua morte: la morte di Dio! Dopo aver fatto impazzire il filosofo tedesco e poi, dopo morto, averlo spedito in bocca a Lucifero insieme a Giuda e a Bruto per essere maciullato in eterno dai denti dell’angelo decaduto, si era tornati alla normalità.
Ma niente da fare, Dio sembrava proprio deciso ad una distruzione totale della Terra in vari modi possibili e indisse un consiglio supremo pere decidere il da farsi.
Scartata l’ipotesi di un nuovo diluvio universale a causa dell’elevata tecnologia degli umani che avrebbero potuto trovare un qualche rimedio per sopravvivere, fu proprio San Ermenegildo che propose una spettacolare collisione della terra con un immenso asteroide.
San Gennaro invece provò a minimizzare e invitava l’Onnisciente a “tirare a campà”; “in fin dei conti, disse con la consueta nonchalance, ma che ce ne fotte a nuie si s’accirono tra lloro ! A me pure m’hanno tagliata a capa ! “ (che ce ne importa se gli umani si uccidono vicendevolmente, d’altronde anche io fui decapitato).
San Francesco poi quasi fu mandato al diavolo (si fa per dire … è solo una metafora!) quando, ammirato dagli occhi languidi di santa Chiara, esordì con “Eppure… fratello Trump e fratello Salvini…” ma non poté terminare la frase colpito da uno sguardo fulminante di Lui , e tacque per il resto della riunione.
Ma chi risolse la situazione fu l’astuto San Paolo che fece notare a tutti che se all’improvviso la terra fosse distrutta, si dovrebbe gestire l’arrivo di miliardi di morti e poiché i due terzi di essi sarebbero destinati all’inferno, non potrebbero essere sistemati in nessun modo prima del termine dei lavori di ampliamento della residenza dei dannati, sempre che San Danilo ne avrebbe permesso la prosecuzione dopo una valutazione “costi/benefici”. E, ammiccando a san Gennaro, S.Paolo, che ne sapeva una più del Diavolo, disse: “ In fondo questi umani così stupidi e cattivi una qualità ce l’hanno: hanno creato un inferno da fare invidia al nostro, dove espiano ogni giorno i loro peccati. E’ proprio la Terra!”
Nessuno obiettò più nulla e Lo si vide per la prima volta, dopo molto tempo, ammiccare un sorriso, forse un ghigno. Tutti i Santi convenuti cominciarono a dileguarsi sommessamente e Lui si diresse diritto alla sua postazione al centro dell’emiciclo dove i Beati potettero di nuovo godere della sua indescrivibile Presenza.