FAZIONI PARADISIACHE

Si era aperta, nell’alto dei cieli, una crisi che potremmo definire “di governo”, nonostante l’assetto decisamente monarchico e assolutista che regna da sempre in Paradiso.

E’ che il buon Dio da quando suo figlio era tornato in cielo dopo le note e tragiche peripezie sulla terra , aveva dovuto addolcirsi un po’, e cambiare il pugno di ferro che era solito usare durante i lunghi tempi dell’antico testamento, non senza un tantino di rammarico. La spiegazione è la seguente: poiché il Figlio di Dio, insomma Suo figlio, aveva per anni convinto l’umanità intera che Suo padre è un Dio d’amore e che dunque tutto il paradiso era un luogo di Amore assoluto , Lui non poteva adottare comportamenti severi e senza amore come ai bei tempi del vecchio Testamento, quando senza pensarci due volte colpiva con piaghe terrificanti popoli interi come i poveri Egizi che, in barba alla loro millenaria sapienza, dovettero subire disgrazie a raffica per non voler lasciare andar via il suo popolo eletto, dopo che per secoli lo avevano ospitato. Oppure quando con una certa dose di sadismo aveva fatto ad Abramo quel brutto scherzo di intimargli di sacrificargli il suo figlio unico, Isacco, salvo poi , quando il coltello di Abramo stava per colpire, a inviare un Angelo per dirgli che non se ne faceva più niente e che il povero Isacco poteva vivere. E dire che Lui sapeva bene che Freud sarebbe venuto molti secoli dopo e che il trauma di Isacco nessuno glielo poteva più togliere. E neanche a voler ricordare le guerre che propiziava per il piacere di assistere alla vittoria del suo popolo preferito: ammazzamenti a non finire. E che dire del povero Giobbe ? Tormentato da disgrazie infinite tutte predisposte da Lui per verificare la sua pazienza! Insomma a quell’epoca si che era un Dio dinanzi a cui si trema!

Ma da quando Gesù era tornato a casa, in paradiso, per evitare maldicenze, tutto doveva essere ispirato all’amore e all’indulgenza. Ed è in questo clima che si apriva la “crisi”.
Un certo numero di Santi in sintonia con il dettato caritatevole del Cristo, formarono un “partito” il cui obiettivo era quello di permettere l’ingresso al Paradiso di tutti i santi di altre religioni, i quali cercavano di entrare nel Regno dei cieli, in ogni modo, poiché i loro paradisi, a detta di questi, erano più simili al nostro inferno che a un luogo di beatitudine! Se siamo la Religione dell’amore, opinavano i santi dell’accoglienza, dobbiamo permettere che anche questi uomini e donne possano godere della visione suprema. Ovviamente S. Francesco era stato designato come Lieder e portavoce presso di Lui delle ragioni dell’accoglienza. San Girolamo, San Sebastiano, San Giuseppe e tanti altri seguivano con passione questa linea che era, ahimè avversata da un “partito” opposto, assolutamente contrario a simile blasfema proposta. A capo del quale c’era nientedimeno che San Paolo, accompagnato da San Tommaso, l’apocalittico San Giovanni e tanti altri santi. Quanto a Gesù, egli vagava con aria trasognata tra le nuvole bianche del luogo divino e pareva volesse mantenere una posizione neutra senza prender partito: se avesse favorito una delle due posizioni sarebbe stato interpretato come un atto di disamore per il partito opposto e avrebbe contraddetto il suo messaggio di amore universale. Ma in verità nessuno sapeva cosa gli girasse per la mente. L’unica persona con la quale Lo si vedeva parlare era proprio Lei: Maria. Bisbigliavano per ore, tutti i giorni, ma nessuna indiscrezione trapelava. C’era solo da notare che Lui non sopportava di buon grado queste intimità tanto più che da qualche millennio i rapporti con Maria si erano raffreddati. Pur essendo assolutamente inappropriato, potremmo umanamene interpretare il suo atteggiamento verso la Santa Vergine come qualcosa simile alla gelosia: San Giuseppe infatti continuava a intrattenere con la sua ex moglie cordiali e amorevoli rapporti. Insomma la sacra famiglia voluta da Lui Stesso per dare alla luce il Suo unico figlio sembrava escluderLo da quell’intimità con la quale i tre comunicavano. Una volta pare che , confidandosi con San Agostino, l’Onnipotente abbia espresso il suo disappunto per tutti i pittori cristiani che da secoli rappresentavano Madre e Figlio, spesso con S. Giuseppe, senza neanche accennare alla Sua Maestosa Presenza. “In fondo sono io il vero Padre ! Magari un qualche ruolo lo ha avuto, tuttalpiù, lo Spirito Santo. Ma sembra che ci si dimentichi di me!”. Al che Sant’Agostino, gentile ma acuto come un grande filosofo, Gli faceva notare che forse la cosa, due millenni orsono, era stata gestita in maniera un po’ confusa tra Lui, San Giuseppe, lo Spirito Santo, la verginità di Maria, angeli dell’annunciazione, asini e buoi… insomma forse era stato proprio Lui a ispirare le famiglie “Arcobaleno” che provocavano tanta indignazione dell’ala conservatrice dei Santi.
Tutto questo per dire che la Sacra Famiglia , vertice e somma autorità del Paradiso, non sembrava prender parte al grave problema sull’accoglienza di cui dibattevano i santi.
Un giorno San Girolamo raccontò che un gruppo di santi Sikhisti con il loro capo, il Guru Nanak, nel tentativo di raggiungere il Sacro Luogo su di un aereo di fortuna ( un vecchio Albatros da ricognizione della prima guerra mondiale) , al non trovare una pista di atterraggio ,precipitarono in malo modo sulla terra. Per fortuna non essendo ancora avvenuta la resurrezione dei corpi (provvedimento che Gesù rimandava di continuo per le sue note resistenze a tornare sulla terra), essendo quei poveracci solo anime senza corpo, non potettero morire ma l’umiliazione morale fu grandissima.
Il problema , poi, assumeva dimensioni enormi quando i richiedenti asilo erano gli innumerevoli santoni indiani: Sri Vulimmtrasì era la loro guida. Quei santi, avendo per anni raggiunto notevoli competenze nella levitazione, potettero ascendere facilmente alle porte del Paradiso restando per intere settimane in un sit in recitando di continuo mantram in sanscrito che nessuno dei Beati comprendeva ma che non li faceva dormire la notte; tanto da far scattare l’ira di San Paolo che dimenticando opportunamente le sue meravigliose parole sull’amore, chiese all’onnipotente autorizzazione a trasferirli forzatamente nel loro Nirvana che però nessuno sapeva dove fosse, e neppure i Santoni stessi lo sapevano visto che era qualcosa che aveva a che fare col nulla. E dunque anch’essi aspiravano ad entrare nel Regno dei Cieli che perlomeno esisteva per davvero e dove non mancava proprio nulla.
Insomma appartenenti a qualsiasi altra religione, ed erano tante, in un modo o in un altro arrivavano alle porte del paradiso. Sant’uomini e Sante donne di culture lontane che si imbarcavano su qualsiasi mezzo trovassero alla volta del Regno dei Cieli: chi volava aggrappato ad uccelli, chi, approfittando della leggerezza dell’anima senza corpo si legava a palloncini rubati ai bambini nei parchi pubblici, perfino preti di una sub-religione islandese si fecero trasportare dalla slitta volante di Babbo Natale.
Ma niente da fare: gli editti di Paolo erano irremovibili e ogni giorno Angeli e Arcangeli avevano l’ingrato compito di respingere i richiedenti asilo celestiale. Fino al giorno in cui i Santi favorevoli all’accoglienza, capitanati da San Francesco, decisero di presentarsi da Lui in persona e perorare la loro caritatevole causa.
E, nonostante San Paolo avesse fatto di tutto per impedire l’incontro, quella mattina erano tutti lì: quelli a favore e quelli contro, dinanzi all’Onnipotente che, con volto imperscrutabile, non lasciava trapelare nulla. Era in ascolto. E allora san Francesco con le sue consuete maniere, umili ma decise perorò con enfasi la causa di quei poveri giusti che avevano la sola colpa di non aver conosciuto la vera religione anche perché per secoli c’era stata scarsa informazione, non c’era facebook, ci si doveva accontentare di qualsiasi religione. E poi un Signore misericordioso non poteva respingere anime di persone che avevano fatto del bene nelle loro vite.
Al che San Paolo ribatteva che non era assolutamente concepibile accogliere gente che aveva adorato qualche ridicolo dio a forma di palo della luce, oppure danzando come un gay, oppure ancora addirittura impegnato in osceni atti sessuali.
Il dibattito fu lungo e contrastato mentre l’Onnipotente imperturbabile sembrava che manco ascoltasse più. Ma essendo lui anche Onnisciente già doveva conoscere da prima cosa sarebbe stato detto e dunque quando tutti tacquero rivolti a Lui con sguardo implorante in una suspense hitchcockiana, finalmente si alzò dal trono e a tutti batté forte il cuore.
Non era la prima volta che l’Onnipotente manifestasse la sua volontà non già a parole (inadeguate a rendere la visione divina) ma in altro modo o con i fatti (terremoti, guerre o miracoli benefici) oppure, come questa volta, con un gesto.
In piedi il Signore era davvero imponente, maestoso ed abbagliante. Gli occhi degli astanti sbarrati da una sorta di estasi paradisiaca.
Lentamente aprì le braccia con le palme delle mani aperte in avanti e le tenne aperte durante pochi secondi che sembrarono un’eternità. Poi scomparve in una luce potentissima.
San Francesco fu il primo a riprendersi dalla sconvolgente visione ed esultante esclamò: “E’ un chiaro segno di accoglienza, non c’è dubbio, ha dato il Suo assenso!”
Ma san Paolo lo guardò con aria contrariata ed esordì: “Ma quale accoglienza! Non capite che quel gesto era la Sua maniera per dirci: ma che volete da Me? Ne ho abbastanza delle vostre dispute…. E dunque non intende che cambi nulla !”
E ripresero i contrasti, le polemiche e per giorni né Gesù né Maria si fecero vedere.
Nel frattempo si seppe di un gruppo di santi afgani che nel tentativo di ascendere al Paradiso su un tappeto volante, a causa di un forte colpo di vento, si ribaltarono e ripiombarono verso il basso.
Ma in Paradiso non se ne accorsero: i Santi erano troppo presi dalle loro discussioni.