LA PAROLA

La parola

Settembrini è un meraviglioso personaggio della “montagna Magica” di Thomas Mann: è un umanista vecchio stampo, molto colto e intelligente. Queste due citazioni riguardano lui:

… e parlò della parola, del culto della parola, dell’eloquenza, che definì trionfo del senso di umanità; poichè, disse, la parola è l’onore dell’uomo, ed essa sola rende la vita degna degli uomini. Non soltanto l’umanesimo, l’umanità in genere, l’antica dignità umana, il rispetto dell’uomo e di sé stessi, sono indissolubilmente legati alla parola, alla letteratura……

e dopo

…. una bella scrittura induce al bello stile… e il bello stile induce a belle azioni. Scrivere bene significa quasi pensar bene, e di qui ci vuole poco per arrivare ad agire bene.

Thomas Mann non arrivò a vivere l’era del visuale, non potette assistere a quella trasformazione, incredibile fino a qualche decennio fa, del genere umano da “homo sapiens” a “homo videns” come acutamente stigmatizza Giovanni Sartori.

Quelle parole di Settembrini tuttavia suonano, se qualcuno le leggesse, come un monito riferito all’”homo videns”, quello che passa dal tablet allo smartphone, alla serie TV e poi al computer: tutti schermi sui quali si costruisce la ormai ritrita espressione di realtà virtuale.

E’ bello ammirare una ventina di tramonti in luoghi troppo belli per essere veri; non c’è nulla di male a divertirsi con le ultime gesta dell’impertinente gattino di turno su facebook; oppure dover necessariamente scorrere decine di immagini di anonime strade di città imbiancate dalla neve (foto scattate dalla finestra di casa), per poter finalmente ammirare le storiche gesta del gattino impertinente.

Ma nel frattempo stiamo perdendo la dimestichezza con il linguaggio, con la lettura, la scrittura , con la parola insomma.

E’ proprio grave?

Il linguaggio è un tema primario della filosofia contemporanea e non a caso.
Il linguaggio descrive solo l’azione o l’azione è condizionata dal linguaggio ? Questa seconda possibilità sembra un’assurdità; eppure è quello che ci suggerisce Settembrini.

Non voglio entrare nell’enorme territorio della filosofia contemporanea ma quando vedo che certe persone non riescono a esprimere compiutamente quel che pensano o quel che sentono, credo che non sia soltanto una incapacità di trovare le parole, quanto la manifestazione di pensiero confuso perché non illuminato dal linguaggio, dalla sua struttura che riflette la struttura della mente e della comprensione. Insomma non c’è un pensiero chiaro interiormente e una difficoltà a renderlo esplicito nella comunicazione. Comprensione e linguaggio sono due aspetti di una stessa realtà: la conoscenza, di se stessi, degli altri, del mondo che ci circonda.
Insomma la conoscenza dipende dal linguaggio e la capacità di descrivere la realtà, interiore o esterna che sia, è una maniera per conoscere meglio, più in profondità. le cose che ci interessano.
Tutti sappiamo, per esperienza diretta, che mentre raccontiamo qualcosa scopriamo una realtà più ampia e completa di quella che credevamo di avere prima del racconto, prima che quel che vogliamo trasmettere sia tradotto in parole. L’insegnate scopre la lezione che deve impartire soltanto quando la dice agli allievi; l’innamorato scopre il suo sentimento quando lo comunica alla persona amata; mentre scriviamo una mail, spesso scopriamo, attraverso le parole che usiamo, cosa davvero volevamo comunicare e così via !

Se così stessero le cose… Cosa fare ?

Il rimedio è antico ed efficace: leggere e leggere di qualità; leggere per strutturare la mente, sottilmente e senza accorgercene, per imparare a ragionare, per sviluppare l’intelligenza cioè la luce che permette di vedere le cose.
Si potrebbe cominciare proprio dalla Montagna Magica di Thomas Mann… chissà, potrebbe piacerci !