Nel Simposio di Platone Eros è un demone figlio di Indigenza, povertà (Πενία Penia, la madre) e Poros (Πόρος , il padre). Poros significa via, risorsa, , espediente che porta ad avere, acquisire. Povero come la madre, Eros aspira alla ricchezza del padre: Eros è quindi anche una tendenza, una mania (μανία), uno stato emotivo provocato dalla bellezza terrestre che stimola il ricordo di quella perfetta e intelligibile, celeste, da cui l’anima è caduta. E’ risaputo come Platone consideri varie forme di amore in un ordine gerarchico dove al livello più basso vi è l’amore sensuale e quello più alto l’amore per la Verità e dunque la realizzazione spirituale: il ricongiungimento con quella realtà divina (Iperuranio) che è la matrice di tutte le cose. Il corpo, inoltre per Platone è l’ostacolo che impedisce, con le sue passioni, di avvicinarci alla Realtà superiore.
A questo punto il disastro è alle porte: arriva il cristianesimo e la teologia, da Paolo di Tarso fino ai moderni teologi, hanno spaccato la Realtà in due, una parte buona e una cattiva. In una visione monoteistica dove Dio è concepito come l’insieme assoluto delle qualità positive (onniscienza, onnipotenza Amore assoluto e tutti gli altri attributi che cominciano con onni..), dove mettere la cosiddetta negatività, i vizi, l’egoismo, la crudeltà ecc ? Si deve inventare il Diavolo: il male. E Dio che rapporti ha col diavolo ? Sicuramente avrà dei rapporti segreti, come i politici di fazioni opposte, insomma, anche in questo caso non ci si può fidare?
Epicuro si chiedeva: se Dio vuole evitare il male; è forse incapace di farlo? Allora è impotente. Può invece evitarlo ma non vuole? Allora è malevolo. Il problema del male è vecchio come l’uomo e vi sono ovviamente tante illustri spiegazioni teologiche e filosofiche. S. Agostino è il più convincente a mio avviso; ma poi oggigiorno, in piena new age, sappiamo tutti che il male, le disgrazie sono prove che Dio (o chi per Lui) ci manda perché possiamo redimerci e “salvarci”.
C’è da dire che il vituperato politeismo, il paganesimo perseguitato con crudeltà dai cristiani dopo Costantino, più di quanto i Romani avessero fatto all’epoca di Nerone, mi sta simpatico! Nessun dio “Onnitutto”, ma tanti dei quante le sfaccettature del carattere umano, degli stili di vita, dei vizi e delle virtù, della diversità insomma. Le religioni monoteistiche avversano le diversità, le hanno perseguitate per secoli ammazzando milioni di persone “diverse” .
E’ così confortante sapere che Giove è anche un puttaniere e Giunone si rode di gelosia organizzando le più perfide vendette contro le amanti del marito; Che Artemide – Minerva aveva un caratteraccio e forse era anche lesbica; e poi Mercurio dio dei ladri e dell’inganno; e che dire di Apollo e Dioniso: il primo vendicativo sempre con l’arco puntato contro qualcuno che non è d’accordo con lui e poi Dioniso, orgiastico, satiro e “femminuccia” allo stesso tempo che quando gli prende, è più distruttivo e crudele di qualunque diavolo dell’era cristiana (vedi Le Baccanti di Euripide).
Insomma se dio dev’essere un’antropomorfizzazione (cioè creato a nostra immagine e somiglianza…( altro che il contrario!) , meglio gli dei. Apprezzo il tentativo di rappresentare il “vero” Dio da parte di Michelangelo, ma non mi convince quell’omone super palestrato con la barba che ammicca ad Adamo anche lui assiduo frequentatore del Fitness. Tendo a riconoscermi di più negli dei insomma!
La divisione tra bene e male e dunque tra Dio e il diavolo è diventata una spaccatura quasi insanabile, dopo tanti secoli, della nostra coscienza. La colpa è tutta di Platone; i teologi cristiani, in verità assai poco creativi, hanno tradotto Platone e Aristotele in una dottrina della fede che non ha nulla a che fare né con l’antico testamento, né con il nuovo. In realtà anche Gesù era un caratterino niente male, amorevole si, ma anche incazzato e spesso offensivo verso i poveri farisei che facevano la loro vita e credevano in quel che cavolo volevano !
Insomma una volta spaccata la coscienza, siamo fregati ! Così come diceva ancora Platone il corpo è la tomba dell’anima e “se mai vogliamo conoscere qualche cosa nella sua purezza, dobbiamo separarci dal corpo e guardare le cose in sé con la sola anima. E a quanto pare, solo allora, cioè dopo la morte e non finché siamo in vita […] avremo ciò che desideriamo e di cui ci dichiariamo amanti, cioè la sapienza. […]
Ed Eros? Dove lo abbiamo lasciato ? Forse all’inferno !
L’amore, anche l’amore, si è spaccato in due: l’amore terreno e quello divino. Ma, in qualche modo Platone era più avanti della morale religiosa; comunque accettava ogni forma di amore anche se li disponeva in ordine gerarchico e non aveva proprio nulla da ridire sulle stravaganze di Socrate a cui non dispiacevano i ben formati ragazzetti dell’epoca.
E dire che l’amore , come tutti sappiamo , è una forza di attrazione che tende all’unità; Esiodo e Parmenide suggerivano che l’amore è la forza che muove le cose e le porta e le mantiene insieme, ed aggiungo: separare l’unità è opera del diavolo (“dià” in greco indica separazione).
L’amore per Dio, per il prossimo, quell’amore che spinge al bene di tutti è senza dubbio l’istanza più nobile dell’uomo; ma ci tocca vivere in un corpo e sulla terra e non vedo ragione per non apprezzare Eros con la sua idea di miseria e la sua aspirazione alla ricchezza dell’esperienza umana che comprende vizi e virtù, come quelli degli dei pagani.