Dialogo
Renè: Mi ha molto divertito uno degli aforismi di Oscar Wilde che invitava a non parteggiare per nulla: “prendere una parte, scriveva, è il primo passo verso la sincerità, la serietà segue subito dopo e l’essere umano diventa un seccatore.”
Gustavo: E si! Prendere partito, ritenere che una cosa sia buona e quella opposta male: gli opposti, i pari di opposti che si fanno la guerra tra di loro. Sai che Eraclito sentenziava che il padre di tutti gli dei è “polemos” cioè la guerra e si riferiva proprio alla guerra tra gli opposti inevitabile per chi non vede che i due opposti, diceva lui, sono la stessa cosa: “ il vivo ed il morto, il desto e il dormiente, il giovane e il vecchio :lo stesso”.
R. E dunque i seccatori di Wilde sono quelli che non se ne accorgono e ritengono che gli opposti siano davvero opposti e che soprattutto siano due cose diverse. Siamo dunque tutti seccatori con le nostre morali sul bene e male. E non mi riferisco solo alle morali religiose ma a qualunque morale ognuno si crei. E tutti ce ne formiamo una; tutti potremmo redigere un elenco di cose buone e cattive; ovviamente ha a che fare con quel che riteniamo essere il bene e il male.
G. Credo sia una necessità sociale di ogni cultura imporre dei limiti ad un possibile caos che sopraggiungerebbe dall’equiparazione del bene e del male; e poi c’è la religione, le influenze familiari, gli egoismi personali. Su questa base ognuno di noi forma l’elenco delle cose buone e cattive. Tanto è vero che l’elenco cambia da popolo a popolo, da epoca a epoca; e tuttavia non cambia la lente con cui guardiamo il mondo, la vita, cioè la lente degli opposti.
R. Ma è che sono pur sempre una realtà; come si fa a dire che la luce sia uguale all’oscurità, che il benefattore sia la stessa cosa dell’assassino! Questo Eraclito ce lo dovrebbe spiegare un po’ meglio
G. Per questo che Eraclito era definito come “oscuro” ! Tuttavia credo che abbia compreso con profondità qualcosa che sembra essere al di la del buon senso comune: e cioè che l’opposizione e la lotta che si instaura tra gli opposti è la legge fondamentale del Tutto che si manifesta in questa maniera: attraverso la guerra. Egli definisce come armonia nascosta, che è migliore di quella apparente, non la conciliazione degli opposti, la pace che potrebbe instaurarsi tra essi ma piuttosto l’unità che si nasconde dietro gli opposti stessi. L’armonia la puoi trovare piuttosto nella tensione: armonia nel disaccordo, e di qui il famoso esempio dell’arco e la lira, cioè dell’armonia di tensioni opposte: le corde dell’archetto sono tese come le corde dello strumento e solo in tal modo si produce un suono armonico.
R. In pratica Eraclito sdogana il conflitto, l’opposizione, la guerra perfino, come qualcosa di divino e imprescindibile.
G. Si ancora una volta torniamo a parlare di Dio e il Diavolo: sembrano in conflitto ma in realtà sono assolutamente d’accordo anzi sono la stessa cosa, avrebbe detto Eraclito.
R. Attenzione agli anatemi della Chiesa !! Come possiamo mai immaginare un Dio con le corna del diavolo e che ci tenta continuamente col peccato ! Il tutto per raggiungere una superiore armonia!
G. Ma soprattutto questa comprensione boicotta, alla grande, il buonismo in ogni sua forma: da quello cristiano a quello new age tutto amore, pace e serenità.
D’altra parte il conflitto tra la posizione “buonista” e quella eraclitea è antica quanto il mondo. Pensa che lo stesso Eraclito se la prendeva niente di meno che con Omero il quale cantava:” Possa la discordia sparire tra gli dei e tra gli uomini”. Egli in pratica rimproverava al grande poeta che non aveva capito un bel niente e che l’eliminazione dei contrasti, delle lotte, che sembrano essere quel che rende infelice la vita, sarebbe la fine stessa di ogni vita e del “Tutto” come realtà ultima e suprema.
R. Dio in pratica. E’ divertente pensare che tutte le prediche a favore della pace, dell’amore senza l’odio, dell’altruismo senza egoismi, sarebbero, da questo punto di vista, una negazione di Dio !! Ateismo puro!….. Che nessuno ci ascolti!….
G. eppure penso che se Dio ci ascoltasse sarebbe d’accordo e ci direbbe: ma come potete credere che io sia così noioso da essere solo amore e pace!? Ma non vi siete accorti che c’è Trump a governare mezzo mondo e quanto all’Italia non state certo meglio! Ma secondo voi che razza di impotente sarei se non lo volessi ? Avete certo visto quanti ne ho ammazzati con lo tsunami ? E chi credete che li metta i migranti nei barconi scassati?
Questo si che sarebbe un Dio con i fiocchi ! Altrimenti restiamo stupidamente ipnotizzati agognando un mondo da new age dove vivono babbo Natale e l’angelo custode e nessun diavolo (per carità!). Ma sarebbe un mondo kitch, un po’ stupido e tutto sommato noioso.
R. Ma allo stesso modo, Dio, potrebbe continuare a dire che compie anche “buone azioni” che crea e favorisce sapienti e benefattori di ogni sorta, ci offre bellezza e luce gratuitamente e così via. Questo nostro discorso mi ricorda il personaggio di Gandhi, imprescindibile quando si parla di guerra e di pace. Fu una rivelazione quando lessi la maniera come Rajneesh lo considerava, e cioè un violento. Minacciava di suicidarsi se non si faceva come lui voleva, approfittando della venerazione che il popolo gli votava. Come se dicesse: o si fa quel che voglio io o mi ammazzate e poi cavoli vostri il peso che terrete sulla coscienza; più sottilmente violento di così non conosco nulla. E’ molto frequente nei ricatti dei vittimisti: veleno molto comune della psiche.
G. E’ difficile per chi cerca , a fin di bene, l’ eliminazione dei conflitti pensare che Dio, senza il diavolo, come autore e rappresentante del cosiddetto male, sarebbe insipido e insulso. Insomma il santo non esisterebbe senza il peccatore, ha bisogno del peccatore che è lo sfondo dal quale emerge il santo!
R. Come, in psicologia, nella Gestalt, fondo e figura: solo insieme rappresentano la realtà. E’ che tutto questo che ci stiamo raccontando dovrebbe pur avere un risvolto pratico.
G. Psicologico intendi dire ?
R. Ma si !! ovviamente potrebbe avere anche un risvolto sociale: pensa alla politica, ai contrasti sociali e poi, si, anche quelli interpersonali o intrapersonali e cioè quelli che gestiamo dentro noi stessi. Capire che ammazzare quel che riteniamo essere il nostro nemico e cioè il nostro opposto è un suicidio poiché ammazzando l’unità, perisce anche la metà “buona” che riteniamo essere il nostro bene o quello della società, e così via. Come voler far vivere il fiore di una pianta distruggendo le “sporche” radici, nemiche della bellezza del fiore !
G. In fondo è un gioco divino quello degli opposti ed è giusto che anche noi giochiamo a questo gioco e ci schieriamo a favore di qualcosa e contro altre cose; ma con la consapevolezza che siamo attori sulla scena della rappresentazione divina cioè del Tutto che si manifesta così come si sta manifestando. Come attore, non solo ce la metterò tutta per rendere credibile il mio personaggio , ma sarò consapevole, allo stesso tempo, che senza Iago, Otello sarebbe un qualsiasi uomo d’armi con la mogliettina a casa a fare la calzetta. Nessun commediografo si interesserebbe a mettere in scena una banalità del genere e dunque, viva Iago! senza di lui sarei uno scialbo uomo di pace!
R. Mi pare ora di star comprendendo meglio la Gestalt e il senso della figura-sfondo. Se a questo punto entriamo nel nostro mondo interiore, potremmo sforzarci di essere consapevoli quando siamo tristi, che questa tristezza viene dallo sfondo dove vi resta la pura gioia; se siamo arrabbiati e in guerra con qualcuno, potremmo , girando appena un po’ la testa, guardare lo sfondo dove c’è la più benevola delle paci . Forse comprenderemmo questo gran mistero dell’Unità !
G. E’ proprio un gran mistero ! Lo vedi? Non è che Eraclito fosse maliziosamente oscuro; è che potrebbe ben dire: “ mi dite voi come cavolo si fa a spiegare l’unità degli opposti con la logica ? Io vi dico solo che se invece di imbambolarvi a vedere il diavolo dappertutto, vi dedicate seriamente a scoprire la vostra anima (il logos), che è tanto grande che non ha confini, lo scoprirete da soli !” E guarda che queste ultime sono proprio parole di Eraclito, un po’ parafrasate e colorate, lo ammetto.
R. E si eviterebbe di diventare predicatori, maestri di vita, moralisti e perbenisti, insomma eviteremmo di diventare i “seccatori” di Wilde ! Forse questo è il movente più convincente: non voglio essere un seccatore !
VR