Messianismo secolarizzato: il Dio Covid19

Qualche settimana fa ho scritto un articolo dal titolo “Siamo nelle mani di Dio” e mi chiedevo a quale Dio ci affidiamo. Giovedì scorso, sul quotidiano “Il Foglio” (mai comprato sinora!) esce un interessante articolo di un Teologo e professore di storia delle religioni dell’Università di Vienna: “La pandemia rischia di diventare la versione moderna della religione universale” Il pensiero di fondo dell’articolo coincide con lo spirito di quanto esprimevo nel mio articolo qualche settimana fa.
Sono ovviamente contento che persone più autorevoli di me abbiano una visione difforme dalla verità unica imposta dal governo mondiale delle case farmaceutiche, attraverso l’OMS e la schiera dei sacerdoti della nuova religione, come ribadisce Kurt Appel: “Covid 19 può contare anche sul suo Clero : si tratta di quella schiera di virologi, che quotidianamente annunciano a quali cose della nostra cultura pre virus dobbiamo rinunciare finché non giunga il vaccino messianico.” Insomma il ritorno di Cristo è rimpiazzato dal vaccino e, nel frattempo, il clero ci dice cosa non dobbiamo assolutamente fare per avere la salvezza in futuro”. Come sempre, io aggiungo, le religioni guardano al futuro della salvezza e mai al presente dell’essere così come siamo; e la ricetta è sempre la stessa: rinuncia oggi ai piaceri, sacrificati, e in futuro sarai salvo. Il teologo conclude così l’articolo: “E l’istanza della politica, succube del nuovo sacerdozio e obbligata al dogma dell’angoscia e a quello del controllo assoluto, sterza in direzione dell’annientamento della vita sociale condivisa, dell’economia e della nostra cultura europea”.
Quando dico che mi rattrista vedere la popolazione mondiale, brava e buona, che canta o suona fuori il balcone o segue attività sociali di gruppo sul piccolo schermo del computer, in collegamento con altri isolati in casa, è perché non mi voglio rassegnare che la nostra vita divenga una parodia della Vita sociale che è la negazione della visione dell’uomo come” zoon politikòn”, “essere sociale” potremmo tradurre. Non credo che il computer possa mai sostituire la socialità che è fatta di corpo e anima e forse nessuno dei due aspetti sono completamente trasmissibili via skype o tramite il meraviglioso “zoom”. Mi angoscia pensare ai bambini che non vanno a scuola, ai giovani che oltre a ereditare un debito economico mostruoso, non possono neanche godere dell’aperitivo con amici, demonizzati come untori incoscienti e da reprimere socialmente attraverso la polizia.
E i miei amici dissenzienti, mi rintuzzano che la pandemia c’è e che non possiamo fare altro che seguire le direttive del nuovo clero.
Detesto le teocrazie che per noi sembravano essere esperienze già passate, medioevali , crudeli e ottuse di una religiosità stupida come la credenza di un Dio migliore di un altro, di un popolo prediletto da un Dio che distingue tra figli e figliastri, di un Dio onnipotente che vuole il bene e la sua impotenza a determinarlo, di un Dio che odia le donne e pretende che vivano una vita di umiliazione, e altre cose su cui mi diverto a ironizzare nei miei scritti “comici”.
Detesto che un clero tolga la libertà di pensiero e di espressione anche quando ciò avviene in maniera perversamente più raffinata attraverso un’informazione che non ammette dissenso, e che si fonda sui numeri e dunque su certezze, e se qualcuno si chiede questi numeri come siano ricavati, ebbene questi vanno tacitati : molti di noi sappiamo quanta censura in questi giorni toglie voce a chi, incluso nella comunità scientifica, la pensa diversamente dal clero affiliato alla n uova Chiesa.

Ma la pandemia esiste e tanti vecchietti molto malati muoiono ed è bene che il giovane, al quale abbiamo tolto il futuro, sia privato anche del presente perché il nonnetto possa sopravvivere oltre i 90 anni. E poi, nel mondo ci sono anche 32 giovani morti col virus!!! Per il resto guariscono tutti e alla grande, come possiamo ben vedere dai personaggio pubblici che si sono ammalati e, rampanti, sono tornati sulla scena.
In Italia anche la costituzione, per molti versi, è calpestata dai dogmi della nuova religione. Innanzitutto è calpestata la libertà dell’individuo anche se non danneggia la collettività.
Perché devo essere privato della libertà di vivere una vita normale assumendomi il rischio di ammalarmi e anche di morire, nella misura in cui non danneggio gli altri? e se invece ho paura della morte (questo forse è il vero nodo), avere la libertà di stare a casa anche per tutto il resto della mia vita ? Al diavolo le terapie intensive intasate: con i miliardi di miliardi che stiamo buttando via, se ne potrebbero fare a migliaia come l’inutile ospedale della fiera di Milano.
Il paternalismo rognoso e diffidente col quale ci privano delle libertà fondamentali, privano della capacità di autodeterminazione dell’individuo è figlio della civiltà della tecnica che governa il mondo da parecchio tempo: l’individuo è un numero, non un essere con proprie idee e sentimenti, da rispettare sempre. L’individuo è un numero come sono numeri quelli della pandemia. E il numero dei futuri “salvati” dal messianico vaccino è molto grande.

Questo è il mio punto di vista, la mia interpretazione e ognuno ha il diritto di informazione e di avere il proprio punto di vista, la propria interpretazione. E come ripeto da sempre, citando Nietzsche, “non esistono fatti ma solo interpretazioni. E anche questa è un’interpretazione”.